"Turismo volovelistico"


(Fayence 1996)

"Noi ricerchiamo i momenti forti che ci fanno battere il cuore. Li troviamo quando arriviamo ai nostri limiti ed avanziamo di un passo. Perfino un piccolo passo sappiamo che potrebbe essere troppo grande, ma è necessario farlo per progredire..." Ci sono diversi modi per volare e così Philippe Conil all'inizio del suo bellissimo film "Delta Fox" girato in volo sulle Alpi Occidentali, ci rende partecipi di questo suo modo, vorrei fosse universale, di intendere il volo a vela. E' il volare in un ambiente che offre sia spettacolo per la maestosità del paesaggio,

Volo a vela, alianti - Fayence - Il Monviso con nello sfondo la caligine della Val Padana

sia un forte impegno per affrontare terreni così articolati. Un'aria selvaggia per la violenza e la molteplicità delle energie che là si muovono. Non è facile quindi decidere di andare a volare tra quelle imponenti montagne, è un mondo tutto nuovo da scoprire, di un fascino irresistibile ma proprio per questo si riescono a superare tutti i pregiudizi e le paure che un terreno di quel tipo suscitano. Si certo, ci si deve preparare, muoversi accompagnati, almeno le prime volte, conoscere ed avere sul GPS tutti i posti dove poter mettere la ruota, ma una volta che si sono superate tutte le remore del caso, fare del "turismo in aliante" da quelle parti è sicuramente molto, molto esaltante.
Ma perché uso la parola " turismo" ? Cosa intendo con questo termine ? E' forse una maniera impropria per indicare quei piloti che amano esplorare territori nuovi dove vedere ed imparare una infinità di cose relative al nostro sport, un modo di migliorare e non "adagiarsi" sul solito volare dal giro campo, ad una impegnativa prova di una gara. Sto sicuramente dicendo delle cose scontate, in realtà non si può schematizzare in una maniera così semplice, forse intendo solo dire che un volo in aliante veramente completo deve appagare, non solo perché si è riusciti ad atterrare ed a decollare in maniera corretta, oppure perché si è fatto un dato percorso in un tempo inferiore a chiunque altro, ma anche perché si è "vissuto" oltre agli aspetti tecnici anche un fantastico panorama. Un posto ideale per questo tipo di volo, così completo, sono le Alpi Francesi, dove data la vastità del territorio, non si finisce mai di scoprire possibilità nuove. Quest'anno, per la quinta volta consecutiva, sono tornato a volare da quelle parti. Le meteo non sono state eccezionali, ma non bruttissime, non hanno quindi aiutato più di tanto, non posso perciò raccontare di voli particolarmente interessanti, semplicemente ho raccolto giorno per giorno, alcune informazioni di come a Fayence, dove io vado, si può vivere il volo a vela. E' una cronaca telegrafica forse un po' arida, ma per gli addetti ai lavori può esserci qualche spunto interessante.

Fayence è certamente l'aeroporto francese di volo a vela più comodo per chi giunge dall'Italia, poco distante dall'autostrada della Costa Azzurra (uscita 39 per Fayence - Lac de St Cassien), è in Provenza, nel dipartimento di Var, a 225 metri sul livello del mare. Molti vi arrivano comunque da diversi paesi dell'Europa e da tutta la Francia.
Ci si trova così in un ambiente da cui è possibile ricavare interessanti esperienze. A seconda delle condizioni meteo o delle proprie capacità si può volare sia in pianura e pedemontana, sia inoltrarsi nel cuore delle Alpi. E' un teatro largo un centinaio di chilometri e lungo più di trecento, oltre 30.000 chilometri quadrati zeppi di montagne, ghiacciai, vallate, laghi e tanti, tanti cumuli... più, ovviamente, la continuità con le nostre Alpi, anche se spesso si tratta di bacini meteorologici differenti.
Importanti sono gli aeroporti di volo a vela di Barcelonnette e di Saint Crepin,

Volo a vela, alianti - Fayence - Giù, lontano quella striscia gialla che si intravvede,  è l'aeroporto di Saint Crepin

situati a nord di Fayence che, pur non potendo di regola consentire di decollare presto, permettono, già allo sgancio, di essere proiettati in pieno scenario alpino e questo è l'ideale per fare voli di esplorazione, e per i meno esperti poter collegare senza eccessivi patemi d'animo le varie zone, e per "assorbire" come l'aria si muove da quelle parti.
Ad ovest nella valle de La Durance, si vola più facile, a poca distanza uno dall'altro, disposti da sud verso nord, ci sono gli aeroporti di volo a vela di Vinon sur Verdon, di Puimoisson (immerso nelle coltivazioni di lavanda), di Saint-Auban Chateau-Arnoux (centro nazionale), di Sisteron Vaumeilh e di Gap Tallard.
Fayence è un bellissimo aeroporto molto sicuro per la sua pista di più di 1.000 metri, a forma di una tozza "T", tale da consentire, in caso di forte vento atterraggi e decolli da qualsiasi direzione, il fondo è erboso, completamente giallo in estate, con due strisce asfaltate per il decollo. Normalmente si usa la pista 10, la 28 più raramente quando c'è un moderato Mistral, con forte vento si può usufruire anche della pista 32. Le testate sono corredate di brevi funi, da una parte bloccate al terreno e dall'altra provviste di un gancio, per ancorare in caso di necessità gli alianti già in linea, naturalmente quando c'è un forte vento. Ci sono una decina di Hangar, e perfettamente in sintonia con l'ambiente, vi è una costruzione comprendente un bar ristorante riservato ai piloti, la segreteria, alcuni uffici, la sala briefing, camere a due e quattro letti, servizi igienici, per chi sceglie, a costi più che accettabili, di dormire in aeroporto. Sempre sul campo, è possibile anche campeggiare.
Il Club dispone di un parco mezzi veramente imponente. Diciamo un 35 alianti e 6 traini, naturalmente più un numero imprecisato e variabile di macchine private tra ospiti e locali. Nove persone, tra cui quattro istruttori, coordinano e gestiscono l'attività di circa una ottantina di decolli al giorno tra voli scuola e performance per un totale di 25.000 ore all'anno.
Il briefing è alle nove, la linea è pronta intorno alle 10.30, per decollare mediamente alle 11.15÷11.45, le attese per il traino difficilmente superano la mezz'ora.
Qui si può volare sino al tramonto, diciamo 9-10 ore e, anche se su questi terreni le medie non sono mai altissime, di strada se ne può fare tanta... nelle giornate buone, i percorsi preferenziali, plafond permettendo, sono verso nord, lo sgancio è intorno ai 1.000÷1.100 m. QNH sul costone della Pente, poi gradatamente, si scala la montagna verso le Malay 1426 m., indi Le Lachens 1715 m. In questa prima fase le condizioni non sono mai eccezionali, l'atmosfera è tendenzialmente stabile, l'inversione presente, ma si sa che ancora più a nord si entrerà nel regime d'aria alpina, dove le termiche non sono più rotte e turbolente, ma violentemete poderose con plafond dai 3.000 in su, queste uscite sono sempre una conquista che entusiasma. Così perlomeno avviene negli anni migliori.
Quando finalmente si arriva nella nuova massa, l'aria è incredibilmente più limpida, spesso la demarcazione tra "l'alpino" ed "il marino" è accompagnata da fenomeni di termo-onda: si sale davanti ai cumuli, l'occhio spazia lontano... le montagne si fanno imponenti, cumulo dopo cumulo il plafond continua ad alzarsi e le termiche sempre più potenti inducono a dare un giro o due sul Mc. Cready e così ci si ritrova, in un batter d'occhio verso Barcelonnette,

Volo a vela, alianti - Fayence - L'aeroporto di Barcelonnette

dove incomincia il "vero" paesaggio alpino. Il Grand Berard, il Gruppo del Pelvoux con il Glacier Noir e Blanc e la Barre des Ecrins (4102 m. con rocce così scure ed imponenti), il Col de Vars, Briançon, Mongenèvre, Plampinet, il Sestriere Bardonecchia, l'aeroporto di Sollières, il Col d'Etache, il Mont-Froid, il Grand Roc Noir, il Mean Martin, la Maurienne, Modane, Aosta ed il Bianco, il Col de l'Iseran, la Val de Rhemes, Place Moulin ecc. ecc. questi sono solo alcuni dei nomi che più frequentemente ricorrono sulle bocche dei piloti, tanto per avere un'idea di dove ci si muove. Mentre ad est verso il confine italiano quasi sempre, l'aria è più umida, calda e sporca, e da vita ad incredibili condensazioni 1000÷1500 metri più in basso, che fanno da sfondo a tutta una linea di cime e creste.
Quando ahimè il plafond è basso o la strada sulle Alpi è chiusa, si predilige il volo in pianura, allora si va ad ovest sino al lago della Ste Croix per poi piegare verso nord costeggiando gli aeroporti già citati della valle della Durance.
Alla sera quando si ritorna a casa da un lungo volo sugli alti rilievi, è sufficiente al Mont Pelat 3051 m. andare a circa un centinaio di metri sopra la sua cima per essere in efficienza su Fayence, compresa una puntatina sulla costa all'altezza di Cannes o Frejus.
Se si è tardato e sta scendendo la sera ci si può fermare a Barcelonnette, oppure essendo già più a sud-ovest, in questo caso può essere un temporale a bloccare la strada, si deve andare giù a Puimisson o se si è proprio arrivati quasi a casa, ma per una qualche ragione non si riesce a scavalcare Le Lachens, si finisce "aux Vaches" (fuoricampo) a Logis du Pin. ( Nulla può essere lasciato al caso, esiste quindi una rete strategica di "Champs posables dans les Alpes du Sud" raccolti in un libretto con piante e fotografie di 26 campi atterrabili, appositamente tenuti in ordine per assicurarne la atterrabilità ).
Concludendo, più che in ogni altra zona, come ribadito in altre occasioni, partire da Fayence significa avere virtualmente, ogni volo, oltre al normale percorso, circa 150 chilometri praticamente già fatti perché, decollando presto, spesso si può essere a Barcelonnette o a St Crepin quando da là sono in volo da poco, ed il ritorno si può gestire anche molto tardi a condizioni pressoché spente essendo la meta "veleggiata", come si è già visto, il Mont Pelat, da cui in efficienza, si può percorrere l'ultima ottantina di chilometri che ancora separano da Fayence.


Giancarlo Bresciani

 

Domenica 28 luglio.
Sono arrivato oggi, il tempo non è bello per volare, il solito viaggio in autostrada, senza problemi, muovendomi controcorrente rispetto alla massa dei vacanzieri, ho trovato pioggia da dopo Parma sino a Genova e ciò, rinfrescando l'aria non mi è dispiaciuto più di tanto. Comunque per domani qui a Fayence, è prevista una buona giornata... staremo a vedere. Il cielo verso nord ovest è bello chiaro e limpido, sembra scomparsa tutta l'umidità che ancora alle otto di sera sembrava dominare. Negli ultimi quindici giorni, sulle Alpi Occidentali hanno avuto solo qualche sporadico giorno interessante. la stagione risulta essere veramente atipica.

 

Lunedì 29 luglio.
Sveglia alle otto, alle otto e mezza entro in aula briefing, che raggiungo a pochi passi dalla mia stanza. L'immagine di Meteosat, mostra un fronte sulla Normandia e le Alpi sembrano sgombre, solo una leggerissima velatura ne marca il profilo, ma non è niente si dice: è tanta la voglia di volare che questa deve essere una giornata bella per forza. Grande frenesia in campo, quasi si salta il briefing delle nove pur di non perdere tempo, già prima delle dieci compaiono i primi cumuletti sulla Pente, le ali lunghe partono subito, poi dopo un piccolo intervallo via via tutti gli altri. Mentre ci sono ancora i decolli, alle undici arriva la notizia che Michel Trial

Volo a vela, alianti - Fayence - Michel Trial

con l'ASH25, è atterrato alla Mure a 43 chilometri da Fayence... la giornata non è poi così bella come sembrava. Vale comunque la pena di volare. Oggi, spesso è difficile centrare ed il vero problema è rappresentato dal plafond, basso e non sempre raggiungibile. Dopo non avere volato altissimo, mi fermo ad una ventina di chilometri da Barcelonnette perché le cime sono ampiamente dentro, si potrebbe anche passare, ma ritengo non ne valga molto la pena, mi sposto quindi verso ovest passando sul campo di Seine e rivisitando come all'andata, poi il campo dove Trial è atterrato. Al traverso di Digne trovo Alessandro Volpi, e con lui faccio il volo di ritorno. Atterro dopo oltre quattro ore, un volo senza storia, ma ce ne fossero tante di giornate come questa. Alla sera poi ho saputo che la situazione a nord di Barcelonnette era migliore con plafond sino a 3.250 metri qualcuno è arrivato a Plampinet, sei alla Maurienne, ma di questi ben quattro sono stati costretti ad atterrare a Sollières, da dove sono rientrati con un costoso traino da Saint Crepin. le previsioni per domani parlano di tramontana al mattino ed "orages"(temporali) nel pomeriggio nel sud delle Alpi ed in Corsica.

 

Martedì 30 luglio.
Questa mattina nuvolaglia bassa sulla Pente, Michel dice che oggi è una giornata "molto tecnica"... l'immagine da satellite non è molto confortante... un incurabile ottimista che vola su di un DG 200 dice che non si può mai sapere e che la nuvolaglia citata potrebbe essere una confluenza dove probabilmente sarà possibile salire davanti ai cumuli, fare anche 2.000 o 3.000 metri, poi se le Alpi saranno chiuse, si potrà sempre volare verso la Montagne de la Lure ed il Mont Ventoux. Sentiremo poi il resoconto del volo "reale"...
A proposito del suo fuori campo di ieri, Michel Trial con una logica inconfutabile dice che se si vogliono fare i mille chilometri da Fayence, così come è sua intenzione, bisogna partire molto, molto presto... se si preferisce avere un aggancio sicuro si deve partire più tardi, ma così i mille non si faranno mai!
A parte l'ottimista, pare oggi voli solo chi è interessato alla meccanica del volo cioè chi si sta preparando al brevetto...
Ne ho approfittato per fare qualche piccola manutenzione al carrello ed il bucato.
Dopo aver mangiato in aeroporto, io ed Alessandro Volpi andiamo in gita a Logis du Pin, Caille per visitare questi due campi "posables", poi al ritorno ci fermiamo nella piazza di Mons per bere una "granadine" con la Badoit, là "scavazziamo" Jean Michel con una fanciulla...
Ritornati in campo, ai carrelli incontriamo l'ottimista citato, che si chiama Manuel Gracia, detto "Manù" un francese di origini spagnole, mentre di ritorno dal suo volo sta parcheggiando l'aliante, con cui è socio col Jean Michel, oggi in altre faccende affaccendato: subito ci dice che è stata una giornata splendida, chissà perché nessuno ha volato anche se si doveva uscire, come lui ha fatto dalla selletta di destra del Lachens a soli 1.400 m., il che vuol dire 300 metri sul suolo nella zona di Logis du Pin, poi attaccare la Barre de Seranon e costonare... dove fatti i 1600 ha potuto partire per nord... ecc. ecc., 3.500 al Grand Bérarad, sopra Barcelonnette e poi via! Plampinet e ritorno, 300 chilometri classici. (Confluenza neanche l'ombra).
L'ottimismo ha pagato in questo caso, anche se collegato ad una uscita al pelo dal "local de Fayence".
Intanto verso sera il cielo si è rasserenato e l'aria è molto limpida, ciò lascia presagire che domani ed ancor di più dopodomani saranno due belle giornate di volo, così ci dice Felix, e noi siamo disposti a credergli. Prima di andare a dormire una splendida luna piena alimenta ulteriormente le nostre speranze.

 

Mercoledì 31 luglio ore 19.20,
dopo aver fatto una magnifica doccia, è così finita una bellissima giornata in giro sulle Alpi, l'aliante è nel carrello dopo un volo di cinque ore con circa 350 chilometri percorsi, una prova definita corta a seconda degli usi e costumi locali, infatti quando ho dato il "vent arriere" sono stato rimproverato da Michel per essere andato "solo" alla Maurienne, plafond non eccezionale, situazione di veleggiamento abbastanza complessa e prima della Maurienne c'erano cinquanta chilometri di termica blu, poi là tutto era tremendamente stabile, ascendenze scostanti cumuli asfittici, a dall'altra parte della valle il ghiacciaio del Mean Martin, circa a metà, era già coperto da uno "straccio cumulo"
Al ritorno, sempre in assenza di cumuli che vedevo solo lontani, sono disceso per la valle di Plampinet, che in quel momento non teneva su in nessuno dei due lati (probabilmente canalizzava), finito basso, ho aggirato la montagna verso il sole, trovandomi così a poco più di duemila metri sopra il bel costone a nord est di Briançon che non poteva non dare, ero comunque in local del campo di Le Rosier, che il GPS mi dava a circa 2,5 Km per 53 gradi, verso il Monginevro. Solito via vai in dinamica, nell'intento di "impattare" in una bolla che potesse riportarmi in quota, eccola poi finalmente, staccarsi in un canaloncino dandomi la possibilità di riportarmi sui 3.250 metri. La fase critica del volo era finita e con qualche termica, per il solito percorso ero poi a casa. La più bella salita l'ho fatta a Barcelonnette sulla Tête du Coin del l'Ours dove, mentre a 2.500 costonavo in un metrino, si è staccata una bolla che con punte medie sino a 4,7 mi ha riportato oltre i tremila da cui ho potuto raggiungere con tranquillità il Mont Pelat, per l'ultima salita prima del planatone.
Al mattino si era partiti, sì carichi, ma non completamente convinti a causa di altocumuli che coprivano qua e là. Una parte del volo, sino oltre Saint Crepin l'ho fatta con Philippe Conil, che sicuramente era impegnato in questa giornata bella che si faceva dare del "lei".
Media di poco superiore ai 70 Km/h...
A proposito delle condizioni di veleggiamento nella zona della Maurienne, l'ASH25 di Fayence è malamente atterrato, arrivando corto, all'aeroporto di Sollières. Uno dei due a bordo ha dovuto essere trasportato all'ospedale di Modane per controlli, avendo preso una brutta insaccata. L'aliante pure è danneggiato.
Per domani le ultime previsioni meteo parlano di un fronte che da nord ovest incomincerà a lambire la Francia, interessando già dal pomeriggio con temporali anche le Alpi...

 

Giovedì 1° agosto,
c'è un tramonto magnifico, eppure deve arrivare il mal tempo, si è talmente abituati a pensare che sia brutto che anche quando è bello, non si crede pienamente che possa essere veramente così. Oggi ho volato, una cosa breve... si aspettavano questi temporali... veramente i cumuli, senza sviluppo verticale, per una provvidenziale forte inversione in quota, coprivano sui rilievi sino a sei o sette ottavi, c'era certo molta umidità e non tutto tirava, inoltre una assoluta assenza di vento faceva si che anche i costoni rappresentavano una chimera... era difficile capire, se prevaleva il sole, o la brezza di valle, quanto, e se fossero o meno influenzati dagli altri costoni intorno, e se sì, da quale quota, insomma un grande casino complicato da un plafond non esaltante, che spesso rasentava o lambiva le cime. Io muovendomi non male sono arrivato al Grand Berard,

Volo a vela, alianti - Fayence - Il Grand Berard

però per stare "alto" dovevo andare abbastanza lento e ciò non è né divertente e né gratificante, a nord verso il Col de Var situazione certo veleggiabile, come dimostravano gli alianti che vi si erano infilati, ma le quote che sentivo per radio non erano molto invitanti. Ho quindi bene saggiato la valle di Barcelonnette scoprendo tutte le discendenze del caso ed i posti dove i costoni tiravano, e da dove le termiche staccavano: un casino ripeto! Più che mille ragionamenti giocava il caso... Dove tirava, tirava sul serio, ma anche le discendenze non scherzavano, in una giornata così, si sarebbe dovuto volare alti, e se ci fosse stato il plafond, si avrebbe avuto una giornata da sballo, ma si sa nel volo a vela manca sempre qualche cosa. Invece giù a soffrire, tra una discendenza ed un cumulo che chissà da dove cavolo tirava, volare senza poter pienamente capire, mette a disagio e le scelte diventano così tendenzialmente rinunciatarie e tra se e se ci si dice:" sto facendo un volo di merda in una giornata che sembra fantastica... se non altro mi alleno un po'..."
Turbolenze forti, termiche anche, ma non sempre, qualcuna fantasticamente rotonda e ne ho trovata una, dopo Barcelonnette verso Fayence, con punte medie sino a 6,2 m/s e che mi ha consentito di risalire più di mille metri alla media generale di 4,5 m/s. Naturalmente un episodio che mi ha fatto pensare che là, da li a poco, avrebbe scaricato... troppa energia nell'aria, poi più avanti niente, quel piccolo mostro, senza sviluppo verticale, aveva succhiato tutto intorno...
Concludendo, termica media della giornata un metro! E media poco più che ciclistica... eppure qui, parlavo questa mattina con Michel, con queste condizioni, i locali, fanno centinaia di chilometri, gioca molto la conoscenza del terreno e c'è una evidente differenza tra chi qui fa da sessanta ad ottanta ore l'anno, rispetto a chi arriva a farne ottocento ed oltre... Ogni riferimento alle persone citate è puramente casuale. Saranno una decina quelli che vanno veramente, affrontando sempre voli lunghissimi, che comportano rientri al tramonto, o fuori campo, con preferenza per i vari aeroporti di volo a vela delle Alpi del Sud per poter gestire, un ritorno in volo, il giorno dopo, meteo permettendo.

 

Oggi venerdì 2 agosto, ho volato con una "grand plume", così qui chiamano gli alianti come l'ASH25 su cui Eric Larribet mi ha ospitato. Il percorso è stato molto interessante per la precisione delle scelte, anche se certe zone erano precluse a causa di congesti degenerati o fasce di conseguenza stratificate, infatti poco dopo il traverso verso nord del Sestriere la strada era completamente impraticabile, costretti quindi a virare verso ovest siamo arrivati al Col du Galibier ed al vicino Col du Lautaret per poi ritornare verso sud, da dove, passando sulla Montagne des Agneaux, eravamo in rotta verso il lago de Serre Ponçon, poi dopo la Blanche e les 3 Evechès essere già ampiamente in efficienza per casa, ma si è scelto di fare il plafond sino all'ultimo cumulo per potere tranquillamente arrivare sulla verticale di Saint Tropez, dove un mare splendidamente blu pullulava di barche di ogni tipo... Quarantotto chilometri da Fayence, ci indicava il GPS, e con i 1600 metri che ci restavano, siamo arrivati a casa ancora con un discreto margine di quota.
Ho pilotato... stendiamo un pietoso velo: sì, riuscivo ad andare dritto e fare qualche virata abbastanza corretta, ma in termica ero completamente scoordinato e non intervenivo altro che malamente e perdevo l'ascendenza come ho visto fare solo da chi, di volo, non capisce proprio niente... accidenti alla "grand plume", bisognava lavorare molto più di piede e con la barra intervenire solo "tres doucement" come continuamente mi diceva Eric, ma per lo più ero o un po' derapato od un po' in scivolata, e la termica, come dicevo era dove era... insomma con quelle ali per me troppo lunghe, non sentivo proprio l'aliante! Però che mostro con quei 57 punti di efficienza, diciamo un 35% di più di uno standard... bisogna solo provare per capire cosa realmente ciò significa!

 

Sabato 3 agosto, non molto entusiasmo per volare, le meteo non sono bene definite, il sondaggio di Saint Auban non è arrivato, insomma, dopo il briefing meteo delle 10,30 molti come me hanno definitivamente rinunciato pensando di risparmiare energie per la giornata di domani che si preannuncia "buona" (a parte uno solo che dice che l'alta pressione entrando creerà una specie di crosta di formaggio tale da avere una giornata peggiore di oggi: speriamo che abbia torto!).
Ho passato qualche ora con Gérard, parlando dei voli in Italia sia in pianura Padana che da Borgo, poi, quasi come al solito il discorso è finito sul come è meglio attraversare la Maurienne: dato per scontato di essere arrivati a Plampinet (150 Km da Fayence), e di risalire sul costone che è a nord nord ovest, ci si deve ora spostare al monte Jafferau 2785 m. (a nord est), proseguire per la stessa rotta per arrivare al Col d'Etache 2799 m., tenere il lago du Mont Cenis

Volo a vela, alianti - Fayence - La zona del Lago del Moncenisio

sulla destra e risalire sulla sua montagna di sinistra, il Mont Froid, ed ora con l'aeroporto di Sollières in vista, attraversare la valle sino al Grand Roc Noire 3583 m., seguendo la valle sul lato nord, verso est nord est per arrivare al Mean Martin 3324 m., passare il Col de l'Iseran, stando molto alti, per essere a metà della valle di Rhemes alla punta Bianca 3427 m., direzione ora per il Beca de Viou alto 2856 m. che si trova a nord di Aosta, finalmente il lago di Place Moulin è alla portata (260 Km da Fayence) e per il ritorno, naturalmente dopo essere risaliti sui costoni a nord, puntare il monte Emilius 3559 m. che è a sud di Aosta, andare poi alla Grivola 3969 m., che è la più alta montagna della zona, ancora di nuovo al Grand Paradis, per quindi stare, rispetto all'andata più ad est sulle creste dello spartiacque sul confine Italiano sino a ritrovarsi il lago di Mont Cenis sulla destra con la prua verso sud ovest. Eccoci di nuovo su terreni più battuti e scegliendo la rotta più energetica, coprire gli ultimi 150 - 170 km che separano da casa. In definitiva 300 km conosciuti, e 200 invece no...
Il cielo, prima di andare a dormire, non è un gran ché, non così limpido come dovrebbe ed una certa aria ha spirato sin dopo il tramonto. Oggi nel pomeriggio, per la cronaca, sulla verticale di Fayence sono stati fatti tremila metri sotto cumulo, complice una certa confluenza.

 

Domenica 4 agosto, bella giornata, plafond non eccezionale, sono andato in volo abbastanza presto, in decollo, tanto per mettermi a disagio, mi è caduta l'ala destra per terra e sono decollato disassato, mi aveva tenuta l'ala uno già col paracadute addosso e certamente non avrà fatto neanche un passo per accompagnarmi, per di più il trainatore non mi sembra sia partito con una grande spinta... due concause possono già creare dei problemi... Tanto per essere pessimista, poi in volo mi è venuto il dubbio di non avere messo il bullone di coda, tanto che ho controllato nella sacca dei perni, recuperata dalla cambusa con una manovra da contorsionista, se effettivamente lì non c'era più, a quel punto ho incominciato a "volare", uscita facile, buon plafond di partenza, nessun problema particolare, ho fatto la rotta seguendo i profili più alti, sono arrivato per la via ottimale, in un tempo accettabile, in vista della Maurienne, soliti "straccio cumuli", sono stato bene attento carteggiando di arrivare prima sul monte Jafferau, poi sul Col d'Etache, naturalmente a tempo debito avevo fatto "la pompe de Felix", che c'era anche se in quel momento non tirava moltissimo, insomma da buon "turista" mi stavo comportando benino. Qualche aliante davanti mi pare si muovesse in modo non completamente sicuro, prevaleva infatti il blu dove li vedevo spiralare, comunque erano abbastanza alti. Altri alianti di Fayence erano già di là dalla Maurienne sul Mean Martin, Philippe stava invece arrivando...

Volo a vela, alianti - Fayence - Lato sud della Maurienne, alla ricerca di un punto per attraversare

tutto sembrava funzionare, fatta la quota, mi sono trasferito al Mont Froid e lì ho scazzato, perché se invece di seguire pedestremente quanto mi era stato detto ieri, guardavo meglio in giro, mi sarei reso conto che un po' più a est, bisognava invece sfruttare la confluenza che ben si vedeva! Sono anche stato tratto in inganno da un paio di alianti, più alti di me che si muovevano intorno al Mont Froid: porco giuda erano tedeschi, e con tutto il rispetto erano piovuti in quel punto perché certamente ne sapevano quanto me! Morale della favola, ho perso almeno tre quarti d'ora, comunque prima di andarmene ho voluto ben vedere come avrei potuto passare, infatti poi, sulla confluenza mi sono portato alla quota che mi avrebbe consentito di attraversare la valle, o perlomeno di "saggiare" i soliti cumuli poco convinti, ma più alti che apparivano sul lato della Maurienne di là dalle creste. Quelli che erano già passati, sentivo che parlavano, di plafond accettabili, ma non eccezionali, ma tutto era in termica blu... pochi rari cumuletti dall'aspetto poco significativo, pensando in quante altre trappole sarei potuto cadere, ed abbastanza rotto, sono quindi tornato verso casa toccando i 4.000 metri al Grand Pic de Rochebrune 3325 m., con arrivo a razzo a casa, recuperando sino a portare la media a 74 km/h. Anche oggi sono stati 400 chilometri a cui come al solito mancava qualche cosa...
In serata è arrivato Paolo Stella, attratto come un topo dal formaggio, per tutti quei fantastici cumuli che da Milano in poi l'hanno accompagnato per tutto il viaggio... da domani è previsto mal tempo...

 

Lunedì 5 agosto, giornata triste, infatti ieri sera un Nimbus 3D non è rientrato. Christian Gaudedefroy, responsabile operativo dell'aeroporto di Fayence, si è attivato per cercare di sapere dove Pierre Degalle, il pilota disperso era stato sentito o visto per l'ultima volta. A bordo del Nimbus c'era un "balise de détresse" con avvio manuale, che non era stato attivato... e ciò non lasciava ben sperare... Allertati chi di dovere, dopo due ore dal tramonto, non avendo avuto notizie di atterraggi in posti conosciuti, le ricerche sono state, gioco forza, rinviate alla giornata di oggi dove sta passando un fronte con pioggia, temporali e nubi basse. Il campo delle ricerche, data la scarsità di elementi è veramente troppo vasto, la famiglia di Pierre, si è rivolta ad un personaggio, mi si dice di Fayence, che ha dei poteri extra sensoriali. Il "pendolino" dice che bisogna incominciare le ricerche tra il barrage di Rochemolles ed il Col del Fréjus, in territorio italiano, sopra l'omonimo traforo, e là è effettivamente stato ritrovato sul costone del Col de Pelouse (2798 m.) a circa 2.500 metri di quota... una cosa di questo genere fa veramente venire la pelle d'oca.(Particolare importante, per gli scettici, il discorso del pendolino si è risaputo prima dell'effettivo ritrovamento). Ci dicono intanto di sospendere ulteriori contatti con amici in Italia e di non parlare con nessuno dell'avvenuto ritrovamento, nella speranza che Pierre possa essere ancora vivo avendo passato la notte ad una temperatura, a quella quota non troppo rigida. Date le condizioni meteo, il posto può essere solo raggiunto a piedi, ed il soccorso alpino italiano è già in cammino per arrivare al punto del ritrovamento. Purtroppo Pierre è deceduto sul colpo, avendo impattato col Nimbus violentemente il costone. Amaramente non possiamo che prendere atto di quanto è accaduto. Nel passaggio del Col de Pelouse, probabilmente ha toccato, in quanto a quella quota non poteva essere considerato in crisi, ed avrebbe avuto tutto il tempo per ragionare ed eventualmente estrarre il motore per risalire, cosi pensa Michel Trial, ma, è solo un ipotesi, anche se la più ragionevole, e come quasi sempre avviene in questi casi, la reale meccanica dell'incidente resterà un mistero.

 

Martedì 6 agosto, pare che gli unici giorni volabili di questa settimana, saranno soltanto giovedì e venerdì prossimi. Questa mattina al briefing, forse volutamente non si è parlato dell'incidente, a conferma, che spesso, quando avvengono impatti di questo tipo, non si riesce a tramandare una qualche esperienza che possa essere utile in futuro. Solo nei giorni successivi, ha prevalso comunque la necessità di discuterne e di ragionarci, a vari livelli, nella ricerca delle cause e concause di questo incidente.
Nel pomeriggio, mentre con Paolo ero sulla piazza di Mons da dove l'occhio può spaziare intorno per il bellissimo panorama, ho ricevuto una telefonata da Gollini, dell'AVF di Ferrara che venerdì con un altro pilota e lo Janus del club, sarà qui per volare a Fayence. Come al solito cena al club a tavola, questa volta, con Pierre, il trainatore del volo all'alba dei miei 5.000 di due anni fa...

 

Mercoledì 7 agosto... i giorni passano, questa mattina è sereno, però già a Bardonecchia piove, Paolo monta ugualmente, così come ieri dove ha fatto un voletto locale di poco più di un'ora, domani "giornata bomba" un cuneo di alta entrerà e spirerà il nord ovest, quindi un pelo di Mistral che dovrebbe garantire quanto viene affermato. Volpi, che l'altro ieri era rientrato a Milano, per l'occasione tornerà a Fayence questa sera. Intanto mi riposo... l'ideale sarebbe fare qualche "vol d'initiation" giusto per passarsi il tempo, ma sono ancora restio nel propormi per il mio francese, non proprio letterale.

 

Giovedì 8 agosto, oggi è una magnifica giornata di tempo perturbato, però con previsto miglioramento, infatti si è passati da una pioggerellina, noiosa durante il mattino a diverse cellule temporalesche nel pomeriggio che qua e là scaricavano tra un tuono e l'altro...
Nonostante la situazione meteo, Gérard, ha accompagnato un trainatore a Challes les Eaux, vicino a Chambery, per recuperare un pilota di Fayence, che col suo aliante domenica scorsa, è atterrato là, rimanendovi bloccato a causa della situazione meteo.
Mangiando ancora con Pierre, il trainatore volovelista, e parlando a proposito del triangolino giallo dell'indicatore di velocità, che non può essere considerato altro che un valore puramente indicativo, ci ha detto della regola VOA (vitesse optimum approche). Per determinare con precisione la velocità di avvicinamento in finale, in funzione del reale centraggio e carico alare della macchina, che ovviamente varia col peso del pilota, sarebbe quindi opportuno, quando si vola per la prima volta su di un mezzo, o nel caso di biposti, con piloti di peso differente, fare la seguente prova in volo: a ballast vuoti, aerofreni completamente estratti, eventuali flap in posizione "atterraggio" e carrello fuori, tirare lentamente la barra verso di se sino a raggiungere il punto di stallo. Controllare la velocità in quel momento indicata, aggiungere a questo valore il 30% e così si ottiene la velocità ottimale di avvicinamento nelle condizioni reali in cui l'aliante si trova. Se l'avvicinamento può essere effettuato in condizioni di assoluta tranquillità, con mezzi aerofreni estratti, la velocità ottimale può essere solo del 20% superiore a quella dello stallo indicato nelle condizioni di cui sopra.

 

Venerdì 9 agosto, abbiamo montato presto, prima del briefing delle 9, per farlo prima del caldo, se non altro questa mattina è sereno, anche se la massa d'aria è piuttosto umida e sappiamo di conseguenza che voleremo con plafond non esaltanti. infatti dopo un aggancio nella norma sono uscito dalla Lachens con poco più 1600 metri con plafond a nord più alti, ma non in proporzione all'innalzarsi del terreno, quindi più ci si spostava verso Barcelonnette e più si lavorava a contatto con i costoni, dopo il lago dall'Allos le cime erano dentro e trovarsi a poco più della quota del lago non era gradevole, di là al Chapeau de Gendarme si potevano fare i 3100, ed al Grand Berard qualcosa di più per un massimo a nord di 3300. Io ho fotografato dalla valletta a nord ovest, il lago d'Allos, vedendolo molto in prospettiva... poi ho deciso di ridiscendere le valli che tanto orgogliosamente avevo salito, tornando a Fayence per poi spostarmi a sud del Canjuers sino al Lac de Ste Croix in vista sullo sfondo del campo di Puimoisson. Così i giorni passano e le giornate belle non arrivano... Michel oggi, dopo che anche lui, ha verificato che da Allos non si passava, si è spostato ad ovest, però facendo una "V" verso Thorame, per poi risalire a nord ovest per passare dalla Montagne de la Blanche e guadagnare quindi la valle di Barcelonnette, punto bassino al Grand Bérard poi rotta verso nord, anche lui ha ammesso che è stata una giornata molto stressante per il continuo contatto con i costoni.

Volo a vela, alianti - Fayence - In procinto di rimontare un K13 dopo un fuori campo

 

Sabato 10 agosto, oggi secondo le previsioni, non si sarebbe dovuto volare invece è stata una giornata migliore di ieri, anche se verso nord, era chiuso a causa del plafond veramente basso, solo i più tenaci sono riusciti a passare, questa volta dal Mont Pelat attraverso un varco che vi si era formato.
Ieri, così come si erano annunciati, sono arrivati due piloti dall'AVF, Stefano e Fausto, con lo Janus B del club ed oggi, dopo che Michel, ha fatto fare il solito volo per saggiarne le capacità, li ho portati in un giro di esplorazione per la presa di contatto col terreno e per saggiare le potenzialità della zona e naturalmente conoscere e riconoscere i percorsi che abitualmente si fanno per uscire ed entrare a Fayence. Con prudenza, come si addice in questi casi, ed aspettandoli ad ogni termica, con un zig zag, siamo arrivati sino al magnifico costone del Cheval Blanc dopo di che, come ho detto, il plafond precipitava impedendoci di proseguire verso nord. Devo dire che come prima volta sulle Alpi, Stefano, comandante dell'aeromobile, si è comportato benino. Un bel volo, molto rilassante accompagnato da fenomeni di termo onda, generati da una classica situazione pre frontale, che ad ovest di Fayence, consentivano di giocare, salendo qualche centinaio di metri davanti ai cumuli. Dopo cena, dall'orizzonte, verso nord ovest cominciavano ad apparire i primi lampi di un esteso fronte temporalesco, che all'una e tre quarti, così mi hanno detto, ha raggiunto l'aeroporto con un relativamente breve, ma violento acquazzone. Domani non si potrà volare...

 

Domenica 11 agosto, Meteosat, ci mostra che la linea di groppo del fronte è passata, ma ha lasciato dietro, una coda piuttosto sporca, il sondaggio di Saint Auban prevede strati, termiche deboli, venti da sud ovest e possibili temporali. Giornata ideale per fare bucato... intorno alle tre del pomeriggio, il cielo si fa veramente scuro, da dietro la Pente sta avanzando velocemente un violento temporale, si ha paura della grandine ed immediatamente ci si mobilita per ricoverare tutto il materiale, compreso lo Janus di Ferrara, dato che Stefano e Fausto sono andati al mare con Anna e Lela. La linea viene presto mobilitata ed in circa una mezzora si riesce ad angarare praticamente tutto, solo un Morane viene fatto entrare con le prime gocce di pioggia. Trovo un buco in hangar anche per la mia automobile, così come hanno fatto tanti altri. Per fortuna tra tuoni e lampi, il temporale solo ci sfiora, si era fatto veramente buio, poi tutto finisce con una pioggerellina intermittente di un paio di ore, poco prima delle sette ricompare il sole. Domani si vedrà... Mai vista una meteo così in questo periodo, di solito queste cose accadono verso la fine di agosto, non certamente ora, così si dice alla Cantine, tra una birra e l'altra e le solite riflessioni aeroportuali. Si è poi saputo che in zona la grandine, dove ha colpito, ha danneggiato brutalmente diverse autovetture, ed oltre ad ammaccare cofani e tetti, ha spaccato anche, in alcuni casi, i parabrezza.

 

Lunedì 12 agosto, ieri sera, dietro alla Pente, il classico chiarore e sopra di noi un magnifico cielo stellato, annunciavano che oggi ci sarebbe stata onda. Questa mattina nubi pettinate, anche se non propriamente lenticolari, la confermavano. Paolo ha voluto decollare molto presto e con uno sgancio a 2.000 su Mons riusciva ad agganciarla quasi subito, io e gli amici dell'AVF siamo decollati più tardi, ho sganciato ad 800 metri, a nord ovest del campo ed ho incominciato con un certo successo a litigare con l'attività termica, portandomi, man mano che riuscivo a prendere quota verso Mons seguendo la linea elettrica che parte da Fayence verso nord est. Si saliva, con la solita turbolenza dei rotori, ed arrivato finalmente ai 2000, spostandomi verso nord ovest, finalmente sono entrato nel laminare. Era frattanto salita anche Nanà con il suo LS4 che, esperta di questo tipo di aggancio, mi ha aiutato non poco ad individuare i punti "classici" dove salire. L'onda non era molto costante, ma ogni tanto c'erano punte a più 4. Avevo da poco superato i 3000, quando Nanà, mi ha detto che sul Malay nord c'era un più 4, lasciato il mio metrino, per raggiungerla verso nord ovest, ho affrontato la parte discendente dell'onda avanzando deciso, sino a quasi Logis du Pin, senza nulla trovare. Per non rimanere di là, mi sono visto costretto ad un dietro front, riportandomi verso Mons, per ricominciare da capo, tutta la manovra di reingresso in onda. Anche Nanà aveva subito la mia stessa sorte. Purtroppo nel frattenpo, l'attività convettiva era diventata praticamente inconciliabile col l'onda ed ogni successivo tentativo è risultato vano, così per un paio di ore sono rimasto a prendere delle "lecche" terribili, nella speranza che, se fossi riuscito a resistere sino a verso sera, avrei potuto risalire di nuovo in onda. Intanto Stefano, fatti anche lui sullo Janus, assieme a Fausto i 3000, nella ricerca di un punto migliore per risalire, si era invece ritrovato in piena turbolenza, aveva così deciso di tirare fuori i diruttori ed era venuto all'atterraggio. Anche Nanà aveva dato il "vent arriere", ma io che non volevo arrendermi, ho iniziato la procedura, solo quando proprio mi ero mangiato tutta la quota in questi miei tentativi di risalita che ogni volta raggiungevano un plafond sempre più basso e sempre più scarrocciato... Intanto Paolo, si era fatto un bellissimo giro, arrivando sino al Cheval Blanc, viaggiando in scioltezza intorno e non oltre i 4500, avendo lasciato l'impianto ad ossigeno a casa. Ecco un esempio di come nella stessa giornata si può vivere l'onda in due maniere diverse...
A terra c'era un vento formidabile e con molte precauzioni, abbiamo smontato gli alianti in realtà senza incontrare difficoltà. Domani se cala il vento dovrebbe essere una magnifica giornata di volo!

 

Martedì 13 agosto, ancora una giornata di sole, volabile, divertente, ma per certi versi cazzuta, Paolo si è infognato a La Mure, ed ha dovuto penare non poco per risalire. Io ho portato, sia Giardini sull'LS4 che Stefano e Fausto sempre sullo Janus un po' in giro, dico un po' perché ad un certo punto Giardini al Grand Coyer , ha manifestato l'intenzione di ritornare, e così l'abbiamo riaccompagnato in vista delle antenne per poi ritornare verso nord, sfruttando una convergenza che in vero non pagava più di tanto. Come al solito, verso nord il plafond comprendeva le cime e così il volo, essendosi ancora rinforzato il nord ovest, terminava per Stefano e Fausto in una ondina su Fayence sino a 3500 metri, mentre io rimanevo a cincischiare in giro per poi atterrare dopo quattro ore di volo.

Volo a vela, alianti - Fayence - Fayence vista dal punto attesa per 1.0

 

 

Mercoledì 14 agosto, come al solito quest'anno, le previsioni risultano piuttosto difficili, su Fayence ci sono bei cumuli, che si stendono verso il mare. Si decolla quindi abbastanza presto, io sgancio dopo due minuti, dico due minuti dal decollo ad una quota di 800 metri QNH, a sud est del campo, subito una buona ascendenza mi porta oltre 1500 metri, Gérard mi invita ad andare verso il mare tra Cannes e Frejus, dove ho raggiunto il Pic de l'Ours su cui spicca una grande antenna, poi fatta di nuovo rotta verso Fayence, viste le meteo poco invitanti verso il Mont de Lachens ed oltre, decidiamo di fare la pedemontana a sud del Canjuers in direzione ovest verso il lago de Ste Croix, che raggiungiamo con una certa facilità, a quel punto Gérard procede verso sud ovest, in direzione di Marsiglia, invece Stefano e Fausto sullo Janus, e Paolo sempre bassino, optano per la rotta verso nord ansiosi invece di volare in montagna. Le intenzioni sono di fare "le parcours du combattant" ma tutto sembra essere estremamente "sgonfio" e dopo una certa attesa per vedere se per caso si maturava un qualche cosa di decente, essendo la situazione peggiorata, invece di migliorare, decidiamo di tornare a casa, dove tra l'altro i cumuli seppur ancora attivi, già stratificavano. I due Janus del club oggi hanno fatto fuoricampo, e la nostra decisione "rinunciataria", ci ha evitato il disagio di un ritorno con i traini o i rimorchi, da un qualsivoglia campo delle Alpi del Sud.

 

Giovedì 15 agosto, le meteo annunciate, ci davano per oggi un tempo disastroso, invece questa mattina il tempo è decente, comunque per non rischiare di fare una fotocopia del volo di ieri, si decide di riposare andando a visitare il campo di Puimoisson, e le Grand Cañon du Verdon... Classica gita in auto di duecento chilometri con oltre duemila curve per "sbattacchiare" il pilota stanco. Sugli alti rilievi, si sono visti gli imponenti sviluppi verticali di alcuni cumuli nembi e la pedemontana era forse un po' meglio di ieri... ma bisogna dire che i cumuli visti da terra (quando non si vola) sembrano migliori di quello che realmente sono. Alla sera alcuni amici che invece hanno volato, ci confermano che la gita in macchina oggi era la cosa migliore.

Venerdì 16 agosto, ora che comincio a sentirmi veramente allenato a questo tipo di volo è già ora di tornare a casa. Oggi anche se il plafond in montagna era basso più o meno come il solito, si è fatto un buon volo, infatti, sempre con Stefano e Fausto sullo Janus e Giardini sull'LS4 siamo andati verso ovest sino al lago de Ste Croix, per poi andare a nord sino a Sisteron Vaumelh. Poi guardando verso nord ovest, si vedeva il solito plafond, rispetto alle cime, non esaltante, e non me la sono sentita di portarci dentro lo Janus, un conto è essere da soli, in relazione ad avere la responsabilità di un altro aliante. Ferdinando Giardini, come sua abitudine era ritornato da tempo. Il nostro ritorno, è stata una vera scheggia, e per fare un po' di montagna, abbiamo tagliato per l'interno passando sul lago di Castellane, dove abbiamo "riverificato" il plafond... (sempre basso). Buona media di volo anche se ho dovuto aspettare parecchio lo Janus... Unico fastidio della giornata è stato il grande affollamento di alianti nella valle della Durance a causa della quantità incredibile di aeroporti di volo a vela che si trova da quelle parti. Spesso era gente che non sapeva tenere una termica e che sicuramente nemmeno guardava fuori...

 

Sabato 17 agosto, questa mattina le caratteristiche della giornata sembrano essere quelle tipiche degli anni migliori, infatti il cielo è completamente sgombro di nubi, e difficile a descriverlo, c'è un certo non so ché che fa dire a tutti che oggi si volerà molto bene. Già prima del briefing fervono i preparativi per portare gli alianti in linea. L'immagine da satellite mostra finalmente l'anticlone esteso su gran parte dell'Europa e non si vedono fronti in arrivo. Il sondaggio di St. Auban, non è molto ottimistico sui plafond, ma, viste le ultime esperienze, pare che le previsioni del tempo siano diventate una questione puramente cabalistica...
Iniziano i decolli molto presto, tra un gran polverone, non piovendo ormai da parecchi giorni, diversi fanno acqua, anche Stefano e Fausto, per tenere meglio con lo Janus, il passo dell'ASW24, caricano una cinquantina di litri. Paolo è sovra eccitato (mentre mette lo scotch all'aliante si dà perfino uno sforbiciata in una gamba): Gli dico di scendere di un paio di toni, perché altrimenti in volo non avrebbe potuto rendere. L'attesa sembra essere più lunga del solito e finalmente quando ci troviamo tutti in volo, ci comunichiamo le rispettive posizioni per ricompattarci mentre già ci spostiamo verso nord. I cumuli sembrano essere bene attivi e senza sorprese, subito mi accorgo che tira un leggero vento da sud est e comunico via radio quali e come devono essere di conseguenza affrontati i costoni. Sembra andare tutto bene, finalmente Stefano, per la prima volta può volare verso gli "hauts reliefs". Paolo resta un po' indietro. Sopra la valle di Allos, c'è una inversione sui 2500 che tarda a labilizzarsi ed un discreto numero di alianti è costretto a fermarsi per cercare di guadagnare la quota per valicare nella valle di Barcelonnette. Si deve penare parecchio ed è qui che raggiungo lo Janus di Stefano. Intanto Paolo in piena crisi sta atterrando a Torame Haute, tutto bene nessun problema per l'aliante ed il suo pilota. Ora Paolo avrà tutto il tempo per scendere quei due o tre "toni", infatti ci vorranno parecchie ore per il suo recupero... Noi stiamo andando a nord, guido Stefano termica per termica e vedo che reagisce molto bene per essere la prima volta che vola su queste montagne. Attraversiamo la vallata di Barcelonnette per poter riagganciare al Grand Berard, là si deve costonare, sento la gioia e l'emozione di Stefano e Fausto nell'affrontare situazioni così potenti in uno scenario di quel tipo. Proseguiamo senza problemi sino al traverso di Saint Crépin. Su Ceillac la "pompe de Felix" non dà molto, l'aria sembra essere morta sino alla Maurienne, davanti a noi vediamo solo blu, in cui comunque ci siamo immersi. I cumuli sono solo più a ovest, ma molto sotto le cime del gruppo del Pelvoux. Non voglio che lo Janus si infogni, poi dobbiamo andare a recuperare Paolo, quindi quando dico per quel giorno ci possiamo chiamare contenti, non trovo opposizioni per iniziare il rientro. Al Col de Vars, Stefano deve cercare parecchio per risalire, io credevo di avergli indicato il punto buono, infatti al primo contatto col costone avevo immediatamente centrato un buon valore entrando subito in spirale. Lo aspetto e da lì in avanti abbiamo solo trovato condizioni da sballo, faccio fare a Stefano e Fausto alcune deviazioni per far loro "assaggiare" alcuni punti fissi dove le termiche sono vere e proprie bombe di energia. Infine li porto al Mont Pelat ed al laghetto di Allos con la sua bellezza mozzafiato. Stefano si dilunga molto per riprenderlo con la videocamera. Siamo in planata su Fayence, anche se poi facciamo un paio di termiche per il gusto di farle: medie superiori ai 4,5 m/s. Di corsa poi atterriamo, smontiamo gli alianti, domani si torna a casa. E, prima delle cinque io, e Fausto siamo sulla macchina di Paolo con il carrello, sulla strada del suo recupero. Bellissimi i posti per raggiungerlo... un recupero di oltre cinque ore. Quasi il tempo, ci diciamo, che impiegheremo domani per tornare a casa da Fayence.
Oggi molti fuori campo illustri, giornata sì bellissima, ma con passaggi difficili.

 

Domenica 18 agosto, oggi si torna a casa... peccato che non si siano potuti fare i "grandi voli", ma è stata ugualmente una bellissima vacanza... e con un appuntamento con gli amici per il prossimo anno, "credendo" in una meteo migliore, intanto domani si deve lavorare...

Giancarlo Bresciani

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