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Sintesi degli interventi di Alvaro de Orleans-Borbon
Nella lista del Volo a Vela 2002-2003

L'ANGOLO DEI CORSAIOLI

 


Date: Thu, 12 Sep 2002 08:46:25 -0400
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>
Subject: VoloaVela Palmari e rischio di collisioni

- Volo a Vela -

Message text written by "Alessandro Pessione" [….]

….Un' ultima cosa: anche io tremo all'idea di 100 piloti a Rieti che vanno avanti ed indietro guardando i loro palmari dentro l'abitacolo....

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Bravo Alessandro! Anch'io...

Questo è l'aspetto più delicato, e non solo per le gare AAT, ma in generale per l'uso intensivo di interfacce grafiche nel cockpit. Mi ricordo con quanto calore fu accolto il variometro acustico, che
permetteva, in termica, di guardare fuori e di seguire il variometro allo stesso tempo, e mi sembra individualmente comprensibile, ma collettivamente irresponsabile continuare su una strada che
porta chiaramente ad un forte aumento del pericolo di collisioni. Purtroppo può solo essere risolto "coercitivamente", nel senso che è proprio eticamente sbagliato lasciare la correzione di questo trend alle decisioni individuali: deve essere affrontato centralmente, parlandone ma poi decidendo, se lo si ritiene necessario, di limitare la motivazione dei piloti a smettere di guardare fuori.
Veramente avrei molto piacere di leggere su questa lista il parere del maggior numero possibile di volovelisti, per stimolare la Commissione di Specialità ad occuparsi del tema. Questo potrebbe
portare il volo a vela italiano a formulare delle proposte concrete in sede FAI-IGC, in modo da uniformare le soluzioni a livello internazionale. Non avrebbe senso che in un paese si adottassero
delle misure che porterebbero i suoi piloti a competere in situazioni di svantaggio rispetto agli altri.
Che ne pensate? Come lo si può affrontare?

Alvaro

 

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From: Alvaro de Orleans-Borbon, 100106,71
To: Lista volo a vela, INTERNET:VoloaVela@Fly-Net.org

Date: 16/06/2003 00:32

RE: Ancora su: transponder e parco giochi

Message text written by "Sergio Felicori" [….]

…ciao Luca a tutti gli amici e per prima cosa ben trovati come sempre. In effetti da utente di sissimili attrezzature e gabole da gara, altezza massima consentita, AAT, tempo minimo del percorso, minimo massimo della distanza percorsa, mi accorgo che oramai la capacità di coordinare i comandi in volo è stata adeguatamente assorbita dal cervelletto (dove il solitario neurone fa gli straordinari) che provvede, mentre al cervello (anche li c'è un neurone solitario e a volte mi chiedo cosa si diranno se mai un giorno si incontreranno) è demandata tutta la strategia di gara e le risposte a quanto prima evidenziato. A parte questo voglio sottolineare solo un punto, per me l'unico vero punto importante, la sicurezza…

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I vari contributi di Lucio, Luca, Sergio, Leo sono interessantissimi, e sarebbe un vero peccato se la cosa finisse qui. A mio modesto parere è giunta l'ora di ripensare la filosofia delle gare, e non mi riferisco allo sforzo di proporne delle radicalmente nuove, ma alle variazioni introdotte nelle gare classiche, specie con l'AAT e varianti simili.Senza entrare nel merito (anche se personalmente ho molta avversione all'AAT, per ragioni sportive e di sicurezza), vorrei invitare ad una riflessione sul metodo e sulle finalità. Le gare servono per selezionare il miglior pilota, oltre agli altri fini di divertirsi, trasferire esperienza e genericamente "stare insieme". Le regole di gara debbono servire a raggiungere questi scopi. In Italia (e altrove) tendiamo a seguire le norme FAI per allenare i piloti
italiani in gare nazionali che siano sufficientemente simili ai Mondiali. Questo forse ci porta ad adottare regolamenti che magari non sono poi tanto apprezzati da molti concorrenti che non hanno il problema di allenarsi per i mondiali. Nella FAI-IGC, dove si cucinano i regolamenti dei mondiali, da quest'anno l'Italia è rappresentata da Marco Gavazzi, e, senza nulla togliere alla simpatica ed apprezzata opera dei suoi predecessori, l'esperienza agonistica, la competenza e l'autorevolezza di Marco gli permettono di influire concretamente sugli altri delegati e quindi sui regolamenti delle
gare. A questo punto varrebbe la pena di raccogliere efficacemente i pareri della comunità dei piloti italiani che partecipano alle gare italiane, avendo previamente proposto e discusso delle alternative meditate. A tal fine potrebbe essere utile la creazione di un "gruppo di saggi" che ricevesse il mandato di ponderare la questione e di porre quindi dei quesiti chiari alla comunità italiana dei piloti da gara, per arrivare così a costruire un consenso che permetta a Marco di rappresentare e
difendere con forza la posizione italiana nell'IGC. Nel 1987 la stessa IGC fece qualcosa di simile, ed il risultato, dopo due week-end di riunioni a Francoforte, fu molto costruttivo, e marcò per
molti anni la linea seguita dall'IGC nel definire le normative dei campionati internazionali - si chiamò il "Championship Philosophy Committee". Un simile comitato italiano, formato magari via internet, entro novembre potrebbe già presentare le sue raccomandazioni al Briefing annuale del
Volo a Vela , per discuterle in quella sede. Credo che si dissiperebbero dei dubbi e si contribuirebbe a fare le gare che più ci piacciono, piuttosto che quelle che crediamo di dover fare.

Un saluto, Alvaro

 

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Date: Tue, 29 Jul 2003 04:33:11 -0400
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>
Subject: VoloaVela Procedura per i flight recorder in gara

- Volo a Vela -


Non so se la procedura sottostante venga già applicata da qualche parte in Italia (certamente non a Rieti), e quindi la racconto nel caso potesse interessare. Quest'anno, nel campionato spagnolo a Lillo, il direttore Angel Casado chiese che i concorrenti, invece di consegnare dopo il volo il flight recorder (FR, alias il logger), gli consegnassero solo un floppy con il file del volo effettuato, nel formato *.igc. Casado è membro del comitato della FAI-IGC che creò le specifiche dei FR e del loro uso nel volo a vela; a suo parere la consegna dei file piuttosto che dei FR, nell'ambiente "controllato"di un campionato, non influisce minimamente sulla sicurezza sportiva, mentre riduce fortemente l'onere organizzativo, risparmiando sui PC necessari e sui notevoli tempi impiegati per la scarica dei file dai FR. Oggi praticamente tutti portano un PC portatile ai campionati; nel mio caso il mio "piccolo" portatile non ha il lettore dei floppy, ma Casado usò senza alcun problema una carta PCMCIA con un Sony Memory Stick (simile al Compact Flash per macchine foto digitali),
sulla quale volta per volta scaricavo il file del mio volo. In Spagna ci fu un poco di mugugno per due giorni, poi tutti convennero che, in realtà, era molto meglio così. La procedura venne inizializzata nei due giorni di allenamento, dove Casado registrò una tantum i file *.igc prodotti dai vari FR dei concorrenti, assegnandoli ai rispettivi piloti - di modo che ogni file consegnato veniva poi automaticamente attribuito al "suo" pilota, per essere poi valutato dal software con successiva stesura automatica della classifica. (Il formato *.igc contiene il nr. di serie del logger che lo ha generato.) E' forse un po' più di lavoro per il concorrente, o almeno per quelli che di norma non scaricano il loro volo per rivederlo sul PC, ma offre un grande risparmio per l'organizzazione - e non bisogna ritornare, ore dopo (o anche il mattino seguente!), alla direzione gara per recuperare il FR.

Saluti, Alvaro

 

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Date: Thu, 31 Jul 2003 11:11:53 -0400
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>

Subject: VoloaVela Re: Procedura per i flight recorder in gara

- Volo a Vela -

Caro Luigi et al: ho girato la tua nota (vedi in fondo) ad Angel Casado, e copio qui la sua risposta in spagnolo. Angel essenzialmente ci ricorda che, pur essendo un file *.igc apribile con Notepad, è firmato digitalmente con un elevato grado di sicurezza (quella di un sistema bancario), e pertanto è difficilmente alterabile da un pilota su di un campo di volo senza accesso ad un supercomputer.
Non dovrebbero quindi esserci particolari problemi con questa procedura.

Un caro saluto, Alvaro

 

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Date: Thu, 25 Sep 2003 05:29:10 -0400
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>
Subject: VoloaVela Re: Canadians Abandon 1000-Point Scoring

- Volo a Vela -

Eppur si muove...C'è chi comincia a ripensare il regolamento delle gare!

Alvaro

 

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Date: Tue, 10 Feb 2004 12:04:37 -0500
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>
Subject: VoloaVela Per cominciare a gareggiare...
- Volo a Vela -


Message text written by Antonio Soffici [….]

…Anch'io! credo si cominci dalla Promozione. Non so se ci sia un numero minimo di
ore richiesto. Qualcuno con ore a 3 o 4 cifre può aiutarci? Grazie
Antonio Soffici D-0786 60 ore…

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Come prepararsi per gareggiare? Credo che ciascuno lo abbia fatto secondo le sue inclinazioni e possibilità. Nel mio caso ho avuto molte "buone fortune" iniziali; forse una delle maggiori è stata
quella di poter volare per molte ore con Stanislaw Wielgus, un formidabile ed esigente pilota istruttore polacco. Comunque, ho ricavato molto da alcune letture, che hanno fortemente "accelerato" la comprensione di cosa fosse importante. Quando avevo circa tra 30 e 100 ore di volo lessi (in inglese):

- New Soaring Pilot (Lorne and Ann Welch)
- Winning by the numbers (George Moffat)
- Soaring Symposia (editato da Byars & Holbrook, articoli vari, alcuni formidabili)

Credo che oggi, 30 anni dopo, questi libri siano ancora altrettanto
validi.

Anni dopo lessi il libro di Helmut Reichmann, Streckensegelflug,credo tradotto anche in inglese (forse anche in italiano?); molto tecnico, in qualche modo un po' arido - io credo che in gara conti,
forse più che la tecnica, la conoscenza di noi stessi, di come reagiamo alla frustrazione, di come, al momento giusto, accettiamo di esserci sbagliati cambiando strategia, ma senza perdere la fiducia in noi stessi... Tutti questi libri furono incredibilmente utili per separare le cose importanti dalle altre che distraggono. Sono tante le cose che vengono in mente parlando di iniziare a gareggiare, che mi sento di offrire qualche piccolo "pensiero volovelistico", così come mi viene in mente, ma senza alcuna pretesa che sia una lista completa, o importante... al massimo spero che almeno un paio di questi pensieri possano, ogni tanto, essere utili a qualcuno che stia pensando di fare delle gare!

1. Non smettere MAI di divertirti; lo spavento NON è un divertimento.

2. Ascolta i più bravi, ma sempre criticamente. Cerca il loro aiuto a capire, non la soluzione magica per vincere. Rallegrati se qualcuno vince razzolando per 100 km a 50 metri sulle colline - ma non copiarlo!

3. E' così importante che lo ripeto ad nauseam: cerca di NON spaventarti MAI. Se ti spaventi, medita sull'errore che può averlo causato, e proponiti di non rifarlo mai più. Oltre al rischio,
lo spavento distrae, e rallenta il tuo vero motore, il tuo cervello.

4. Per vincere devi volerlo molto, anzi, moltissimo, ma MAI rischiando!

5. Se rischi, prima o poi ti andrà male - immaginati dettagliatamente le peggiori conseguenze che potrebbero succederti (aliante scassato, ospedale...), e ciò ti aiuterà, al momento giusto, ad aver paura ed a rischiare di meno.

6. Non deviare mai dalla rotta senza una solida ragione, e sappi a memoria di quanto si allunga il percorso per deviazioni di 10, 20, 30 e 45 gradi: quando devii, dovrai aumentare altrettanto la tua
velocità media sul maggior percorso (spesso difficile ed improbabile!).

7. Non volare troppo veloce - è meglio volare alla velocità corretta o minore e, con disciplina, non fermarsi nelle termiche troppo deboli. Se voli troppo veloce restringerai troppo l'area di ricerca della prossima termica, e questo può costarti molto più della planata troppo lenta. In genere: già 0,2 m/s di maggior salita media compensano ben 20 km/h di traversone troppo lento! (Capito? Veramente? ok, allora continua...)

8. Verso la fine della giornata fai ogni sforzo per restare alto; scriviti sul cruscotto: "Quando cala il sole: VAI SU E RESTA SU !!"

9. Dopo ogni volo rifletti un po' sulle scelte giuste e quelle sbagliate, su quelle che non hai capito (tante, sempre!!), su quelle fortunate e quelle ragionate... prolungherai l'esperienza, ed il tuo subcosciente ti aiuterà con intuizioni migliori nei prossimi voli. In gara il tuo cervello è sovracaricato con troppe cose da pensare, e spesso, se vinci è perché il subcosciente ti ha suggerito la tattica migliore - poi, a terra, riflettendo ti prepari le intuizioni future.

10. Regola fondamentale: LE TERMICHE SONO DOVE LE TROVI! Sembra stupida... ma è una delle regole principali: non ti fissare con le tue teorie, la natura ti sorprenderà sempre. Guarda il cielo con umiltà, non potrai mai capirlo del tutto, e questa è una delle grandi gioie/dolori del volo a vela.

11. Tratta bene chi ti aiuta a terra, aiutalo a passare un bel periodo con te, fallo partecipare... cerca di non crearti una lista troppo lunga di aiutanti, ed una lista troppo breve di chi ti ha aiutato due volte! Poi, quando cresci, dai una mano ai più giovani - li vedrai volare, ed un po' di te sarà lassù con loro.

12. Insomma, distingui tra il sapere, il capire, ed il meditare: servono tutte e tre, nelle giuste dosi, ed oliate con buon divertimento.

Buoni voli, Alvaro

 

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Date: Thu, 12 Feb 2004 07:45:27 -0500
From: Alvaro de Orleans-Borbon <ajob@compuserve.com>
Subject: VoloaVela Titolo sbagliato ?
- Volo a Vela -

Message text written by "Sommariva Luca" [….]

…Winning by the numbers (George Moffat): su Internet non l'ho trovato. Ho trovato invece, sullo sito e sempre di Geoge Moffat, "Winning on the Wind: Championship Soaring Techniques, Sailplanes and History" (1974)...non so, forse il titolo è cambiato...

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Luca:

E' più probabile che mi ricordi male il titolo! Grazie per la precisazione, la data e l'autore coincidono con quello che mi ricordo.
Però, grazie alla segnalazione di Luca, sul sito web da lui indicato si può leggere l'essenza di questo libro, all'articolo di Moffat "Low loss soaring". (Fantastico il paragrafo:First, seconds...).
Altrettanto importante (ma non solo) è la serie sui variometri elettrici di Gene Moore; lì si intravede un dettaglio importante anche per i più moderni variometri elettrici: i segnali pneumatici dalla statica e dalla dinamica passano possono arrivare con tempi diversi, tale da rendere inutile una buona compensazione del variometro. Capire questo dettaglio (e come correggerlo assai facilmente) può far la differenza tra un variometro incomprensibile ("non riesco a compensarlo! si sente spesso...), ed uno che aiuta veramente a centrare le termiche. Insomma, quei Soaring Symposia sono una vera miniera d'oro per chi comincia (e non solo...) a gareggiare - vale la pena di
stamparli tutti! Ancora grazie, Luca, per averli trovati su Internet. Dimenticavo (chiedo scusa!) un libro fondamentale:

- Meteorologia per i piloti di volo a vela, di Plinio Rovesti.

Il linguaggio non è moderno, ma la sostanza è tale da dare ad un volovelista tutto quello che gli serve per incominciare a capire come funziona il "motore atmosferico" del suo aliante.

Alvaro

 


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