MAGIE...
----- di Pierre Vaysse -----
Nella notte tra il 2 ed il 3 luglio 1994, Pierre Vaysse si è involato per un ultimo "punto prefissato" con rotta verso il paradiso dei volovelisti. Discretamente, lo storico è entrato nella storia. La redazione ha perso un amico. Vol a Voile Magazine ha perduto un collaboratore prezioso. E il volo a vela ha perduto un fervente difensore ed al tempo stesso la sua memoria storica. Il vuoto che lascia è immenso, all'altezza del suo entusiasmo. Il volo a vela, durante la sua vita, è stato la sua filosofia, la sua deontologia, la sua religione. L'ultima immagine l'ha redatta mentre si sapeva "in finale" verso l'aldilà, lasciandoci questo articolo, inno alla Felicità che gli ha procurato il volo a vela. Ed il volo a vela vivrà
Che cosa ci trovano a volare così? con un tale accanimento, ancora ed ancora! Quale filtro, elisir o pozione magica hanno fatto bere loro? Allora mi viene in mente il Dottor Faust e le sue storte d'alchimista, io ho riempito la mia di tutti gli ingredienti a portata di mano (libri, articoli, studi), ho aggiunto una buona dose di ricordi e l'ho messa a scaldare... a fuoco lento (non si sa mai...). Aspirando i primi vapori, ho bene riconosciuto l'ebbrezza del volo. Veloce! Ho afferrato la colonna cristallina di distillazione!
Nella storta, il residuo si è presto essicato. Scavando con la mia pinzettina... ma come ben descrivere gli orrori che ho trovato: la guerra, il denaro, le spacconate... Pouah! Presto! La pattumiera! Ouf!
- A noi resta il liquore, la quintessenza, lo Spirito del volo.
- Nella coppa scaldata dal palmo della mano, immergo prudentemente il naso... Ah, meraviglia!
- Noi voliamo perché noi amiamo volare! Lapalissiano! Ma ancora?
- Perché noi troviamo piacere, ma per meglio dire, piaceri, al plurale...
- Si, ma ancora?
- Ecco il nocciolo della questione, a cuore aperto, nell'intimità
- Può essere riprenderesti tu, è un po' di questo eccellente cognac che porta alle confidenze, la sera, di fianco al fuoco?
Ascolta il volo è, come l'Amore, incomparabile!
- Ah, no! Tu non smetterai di ascoltarmi per questo panegirico: ti conosco... e poi, è già una faccenda abbastanza complessa!
- Si, il desiderio di volo, dicono gli psicanalisti, è desiderio di voluttà amorosa. "Io urlerò il tuo nome, voluttà!" Ma quel volo là, dice Bachelard, è un volo senza ala: noi voliamo con due ali, come gli uccelli!
L'ala è pura, bella e semplice come la vela, la sua bellezza è eterna!
Il volo è sete di splendore. Ah noi abbiamo - per sistema, progresso tecnico, check-list, radio... - abbiamo perduto l'emozione dell'attimo. Eppure il miracolo è sempre là Ingarbugliato prima del rullaggio, all'inseguimento dell'aereo trainatore nella sua polvere e nel suo risucchio, ecco improvvisamente l'alleggerimento, l'alzarsi in volo! E' magico, no? L'aliante prende l'aria o piuttosto, è l'aria che lo prende! Volare! Ci sono voluti migliaia d'anni all'Uomo per arrivare e voi vedete che oggi è pure banale!
"La portanza è un fiore nato dalla velocità": i precursori erano lirici ma la sensazione di velocità si attenua in fretta salendo in alto!
Con l'aumento della quota, eccoci come immobili, sospesi nel cielo. Il paesaggio è cambiato, ha preso una dimensione panoramica. Ecco l'orizzonte risulta, circolare, infinito!
Un nostro passeggero contadino non riconosce più la sua terra, si meraviglia scoprendo i suoi campi, le curve delle strade, la scomparsa dei villaggi, la regolarità delle sue lavorazioni, la scacchiera dei campi... E' vedere la terra di fronte e non più di profilo!
Tutto cambia e prende un altro aspetto, variabile secondo l'ora o la stagione e le meteo del giorno. Non ci sono due voli identici...
Durante un volo di durata, ho visto girare il sole, cambiare il paesaggio, rovesciarsi poi allungarsi le ombre nella foschia della sera... Cambiare così la nozione del tempo... L'Eternità: non più ridiscendere!
Volare, è abbandonare la propria ombra; noi la ritroviamo all'atterraggio o talvolta riportata su di una nube, una parete rocciosa, un po' di neve al centro di un alone... Visto dal cielo, l'arcobaleno è circolare... stupefacente?
Il cielo è il nostro incanto magico, le nuvole parlano a noi, stregoni del cielo che voliamo con niente, dell'Aria dei tempi! Cumuli vorticosi di ascendenze nel vento o strati piatti e desolati sono per noi linguaggio, promesse o proibizioni di volo. Certo seguendo la direzione del vento ed i movimenti del barometro, noi dovremmo "entrare nello spazio aereo". Per meglio dire, penetrarlo, l'aliante nella regione parigina (e non solo ndr) è bloccato dalla regolamentazione aerea. Occorre un motore ed una autorizzazione.
Noi decolliamo con un motoaliante, i cumuli congesti si sono sviluppati nel cielo blu in tarda mattinata. Chi non se ne intende direbbe: "Qui, il bel tempo si guasta". Per noi è una festa poiché è un segno di forte ascendenza, noi saliamo bene e troviamo presto una buona termica; il vario indica da 3 a 4 m/s.
Motore ridotto e lentamente raffreddato - la salita continua. 2 m/s. buono, 120 m al minuto.
Dai 600 m, fermiamo il motore. Gesto per noi banale, inquietante per un pilota d'aereo; corrisponde allo sgancio dal cavo di rimorchio.
Saliamo regolarmente in questo volo maestoso in spirale, elica orizzontale "a bandiera"... 2 m/s. regolare; e in una decina di minuti siamo alla base della nube... Liberiamo verso un'altra base, ma faccia al vento per compensare la nostra deriva e ci ritroviamo in un'altra bella ascendenza.
Possiamo continuare tutto il pomeriggio, andando a spasso sulla campagna in prossimità del campo o ben allontanarsi, fare un circuito... e il più straordinario! Rimettere il motore in moto, riscaldarlo accuratamente e riprendere a salire, certe volte tra le nuvole, a distanza rispettosamente regolamentare; non si sa mai chi può spuntare...
Allora incomincia l'incantesimo, l'entrata in un altro mondo irreale, fatto di biancore eclatante e di tutte le sfumature, dal grigio traslucido all'opaco...
Le forme più straordinarie si sviluppano, di rotondità e pennacchi disordinati che noi sorvoliamo. Salendo in valli strette o dilatate, il sole non è più visibile nelle profondità tenebrose... Sinfonia fantastica! Saliamo verso il sole ed il cielo blu... A cima raggiunta, l'orizzonte si arriccia all'infinito; questo è quello che conoscete in aereo. E' ora di ridiscendere, motore raffreddato gradatamente, spento, elica ferma... Ci infiliamo tra le montagne giocando intorno alle sporgenze infilandoci sotto la base di una nube dove l'ascendenza ci riaccoglie e ferma la nostra discesa: potremmo continuare a volare tutta la serata.
Volo di sogno, là al di sopra delle nostre teste, la magia a portata di un colpo d'ala.
L'abitudine ci fa dimenticare un'altra meraviglia: da tutti gli angoli del cielo, talvolta da molto lontano (200, 300 Km) i cinquanta alianti del club ritornano la sera a posarsi sull'aeroporto: un campo minuscolo (800 X 200 m.)... là in mezzo ai prati ed ai boschi, nell'immensità del cielo e della terra. Solo qualcuno si posa da qualche parte altrove "aux vaches"... (fuoricampo ndr) Non è anche questo straordinario e magico?
Così durante la planata l'aliante è un piccolo punto perduto nell'immensità del cielo!
Perduto? Noi lo chiamiamo per radio:
- Romo Juliette da Buno-Starter: posizione?
-Buno Starter da Romo Juliette: 1800 m. Pithiviers.
Voi capite: lui sa dove è, in volo locale allargato; rientrerà questa sera senza problemi.
Canta lo splendore degli spazi sorvolati, la gioia della padronanza di un così bel aliante e dell'oceano aereo. Canta la gioia delle difficoltà superate, la gioia del cominciare a scoprire il segreto del volo della poiana e dei rapaci.
Poiana, io conosco il segreto del volo silenzioso che porta alto al cielo!
Mouillard, l'inventore del volo senza battimento e di tutta l'aviazione non ha scoperto, questo Segreto, malgrado l'osservazione dei voli del grande avvoltoio fulvo e la sua volontà di conquista de l'Empire de l'Air (il suo libro del 1882). E la morte di Nessler, nel 1976, campione di volo a vela francese dal 1930 al 1955, ci ha privato del racconto di questa conquista: il suo libro "le secret d'un Empire" non è mai stato scritto!
Quale segreto? Che l'aria calda sale, tutto semplice. Lo si sapeva già da cent'anni (Montgolfier 1783) ma nessuno poteva immaginare che queste bolle o colonne di aria calda potessero far salire un aliante biposto di 500 Kg a 2 m/s o più, e che un raggio di sole basti a creare la differenza da 2 a 4° necessaria per provocare il fenomeno; l'abilità del pilota nel sentire ed agganciare la "termica" fa il resto: ciò è magico! La montagna è sfidata!
In che modo volare in mezzo a dei monti, a delle nuvole scarmigliate che materializzano dei movimenti di aria insensati?
"Per volare là dentro, bisogna essere matti" mi ha detto un giorno un vecchio pilota di grande esperienza in discesa a Bijave dall'A.C. di Norois.
No! questo si impara dai libri e soprattutto in volo: volo dopo volo!
Nella mia vita non ho quasi saputo che il massiccio dell'Oisans e le sue quattro cime di 4.000 m. ha di base (il campo base degli alpinisti), il piccolo aeroporto d'Aspres sur Buech (800 m.).
Qui si è come a casa propria ed io mi sono trovato bene, mi sono fatto degli amici, poiché si comportano come me volando modestamente sulla montagna e non come fanno soprattutto i piloti ed i superbi alianti moderni: trovano l'onda e la quota per sorvolare i massicci senza neanche conoscerne i nomi.
Nei libri e nelle carte io ho appreso i nomi delle montagne ed in volo il loro nome di battesimo. Nella storia della loro conquista ho conosciuto gli uomini, i drammi... il rispetto ed anche l'amore per la montagna. In moltissime foto mi hanno offerto il loro volto da tutte le angolazioni. Ciascuno dei miei voli mi ha apportato esperienza, immagini, critiche e progetti... Tutto un lavoro di conoscenza, di cui il senso biblico esprime bene l'intensità
Eccomi stregato, ammaliato, innamorato... Ciascun volo è conquista, progresso o errore a conseguenze limitate per la rigorosa tecnica, per le regole di sicurezza: avere sempre presente nella mente una soluzione alternativa ed un campo conosciuto (e riconosciuto) a portata di volo anche nelle peggiori condizioni. Che atterraggi "aux vaches"! (fuoricampo ndr) in fondo alle valli, talvolta tra i fiori. Ci vuole del tempo; ho impiegato cinque anni per andare alla Meije, per conoscere la strada, scoprire dove passare, dove si trovano le ascendenze per questo o quel tipo di meteo, l'altitudine necessaria per aspettare qua e là per continuare, i punti di decisione.
Ho avuto la fortuna di cogliere, la sfortuna di subire, i passaggi forzosi...
E' vero, non sono che un pilota della domenica, ma pertanto più affamato e preparato per la meditazione ed i sogni. Ah, l'ebbrezza del Desiderio!
Ma il meteo si fa beffe! Un anno (1976) non ho potuto fare che un solo volo nel massiccio dell'Oisans...Ma che volo! Ho riportato proprio immagini a piacimento per completare il mio film in corso. Una vera magia.
Si, un autentico sortilegio. Ma che cerchiamo quindi in questi voli, al di la di questi voli. Al ritorno da un fantastico volo dalla Meije al Monviso, avevamo provato a rispondere: sete di splendore? Ricerca di forte emozione e gusto del rischio? Progetto perseguito per lungo tempo ed infine realizzato? Sfida? Gioia del successo e del bello? Ma anche, e lo sapete bene, ricordi da raccontare e spartire tra amici, di fianco al fuoco, un buon bicchiere in mano... il bene stare susseguente al bene vivere! Questo è ancora fondare la propria stima di se e quella degli altri per loro stessi. Voler lasciare una traccia nella storia umana ("per lungo tempo dopo che i poeti sono scomparsi, le loro canzoni corrono ancora nelle strade"). Vanità? Orgoglio? Amore proprio, seduzione? E questo Amore della vita più forte che la morte. Il volo come l'Amore, indissociabile dalla vita e dalla morte, simbolo di libertà, salito verso la luce che è tutto ("questo è il mio corpo, questo è il mio sangue") a rischio di perdere tutto: solo la morte libera dai ripensamenti. Al punto di amare la morte come si ama la vita ed il volo! La gioia di vivere, la gioia di volare, la gioia della tenerezza ritrovata e dell'Amore stregone, la sfida alla morte ed alla vecchiaia, io le ho conosciute!
Da VOL A VOILE magazine n. 60 jullet/août 1994 tradotto da Giancarlo Bresciani
Noi tutti siamo presi dal ritmo frenetico della vita di oggi, e questo sistema lo proiettiamo, spesso inconsapevoli, anche nel volo a vela... Sovente intendiamo quindi questa pratica in termini di fredda competizione, di exploit. Quasi ci vergogniamo di parlarne come di un rapporto con noi stessi e con la natura che vediamo e affrontiamo durante i nostri voli. Pierre Vaysse forse era come noi, ma prima di lasciarci, consapevole del poco tempo che gli rimaneva, ha pensato di scrivere questo suo ultimo articolo, in cui senza pudori ci confessa tutto quello che questo sport gli ha dato durante la sua vita come emozioni, sensazioni, immagini. Per farlo ha usato parole come: amore - ebbrezza - elisir - incomparabile - innamorato - magico - quintessenza - sfida - spirito - splendore - stregato - voluttà ed altro. Tutti termini ormai di un mondo che più non ci appartiene. Ma è solo retorica? Oppure c'è qualche cosa che continuiamo a provare e non è di moda parlarne... Riusciamo tutti ancora a vedere, durante i nostri voli, quello che Pierre ci descrive?Giancarlo Bresciani